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Fuck you, I won’t do what you tell me

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Non lo so, sarà la vecchiaia, sarà il periodo delle feste, ma mi vengono un sacco di connessioni generazionali. Sarà da quando l’altro giorno, a lezione, faccio agli studenti “ce l’avete presente l’Unplugged dei Nirvana?” e quelli mi guardano con la faccia di nativi digitali a cui racconti che è esistita un’era pre-sms.

O sarà quest’altra storia: in cima alla classifica dei singoli UK non c’è, come al solito da qualche anno a questa parte, il laccatissimo vincitore dell’ X-Factor nazionale ma un singolo del 1992.

Il tale John si mette in testa che la tradizione per cui chi vince X-Factor è quello che poi si ritrova in capo alle vendite non è una buona tradizione e gli va di provare a fare l’eccezione. Promuove un gruppo sul social network blue e dice a tutti: quest’anno a Natale comprate Killing In The Name Of dei Rage Against The Machine. Compratene così tante copie che quest’anno la classifica la vincono loro e non quell’altro.

Dylan Martinez_demonstrators in London

Sarà che questa storia mi piace così tanto perché anch’io avevo aperto un gruppo del genere: a Natale regala Kurt Vonnegut, che però, evidentemente, mancava dell’agonismo necessario per scalzare Dan Brown o Fabio Volo o chi per loro.

Fatto sta che la cosa riesce. I Rage sono primi. Questo Natale i Rage sono il singolo UK più venduto. Ma non è solo questo. Perché nell’intrecciarsi di connessioni generazionali, dovute a questa o a quell’altra cosa, ti capita pure di pensare che adesso chi c’è a mandare sinceramente affanculo? oltre a quel markettaro che chiama così la sua linea di prodotti. Lilly Allen, dico, potrà bastare?

Perché questa storia che, ha ragione Simone, è la più bella di questo Natale, non finisce qui. Qualche giorno prima della vittoria sul laccatissimo i Rage sono invitati a riunirsi per un’esibizione live negli studi della BBC. C’è un piccolo problema. Quel loro singolo, che ora è in testa alla classifica, usa quella parolina che non si può dire. Quindi: mettiamoci d’accordo, voi fate il pezzo ma senza quella parolina. Che problema c’è?

Ecco: buon natale a tutti. Anche ai nativi digitali che nel ’94 ci nascevano, mica apprendevano, seduti al tavolo della colazione, che un tizio s’era sparato in bocca.


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